Scritto da Stefan Stefanović.
(ovvero: cosa ho imparato all'università)
Io, Stefan Stefanović, figlio di padre Gojko e madre Mirjana, nato il 13 ottobre del 1990, ammetto che tutto è un gioco.
Oggi non c’è la “Giovane Bosnia”, perché la nostra gioventù e vitalità sono rimaste bloccate nel download, ci mancano le patch per rattoppare le bruciacchiature della vita, e il convertire dura troppo. Anche se ci dessero le armi, i tiranni sono troppi, a chi sparare per primo? I Balcani sono un file pirata nella rete dell’Europa e del mondo. E non è che siamo stanchi – siamo stufi. La noia ci ha consumati fino al midollo, perché viviamo in una fessura tra il mondo virtuale e reale, tra quello che ci hanno insegnato essere e che vediamo essere, siamo crocifissi tra “la Madre Russia” e “l’Europa traditrice”, e nel girare da una parte all’altra siamo rimasti nella cerchia, abbiamo inghiottito la propria coda. Ci annoiamo anche perché abbiamo già visto tutto in TV, lo abbiamo scaricato da Internet, sappiamo che è propaganda altrui, pensiamo di essere i peggiori di tutti, eppure ci vantiamo tanto e nominiamo la celebre storia che abbiamo imparato a memoria, mai studiata e compresa.
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