
Le implicazioni morali di street photography
Già a prima vista diventa ovvio che la fotografia di strada rappresenta un complesso miscuglio di diversi generi fotografici - nella loro forma originale, è inseparabile dai paesaggi urbani e dall'architettura, ma anche dalle persone che passano per quelle strade, il che contribuisce al significato documentario di questo genere. La cosa diventa più complessa se si prende in considerazione l'esistenza e tutta una serie di generi nell'ambito della fotografia di strada, però c'è anche un grande scontro tra le opinioni per quanto riguarda la domanda su che cosa sia l'autentica fotografia di strada. Per fare una domanda che abbia anche implicazioni morali, dobbiamo prendere in considerazione tutta una serie di fattori, tra i quali uno dei più importanti è rappresentato dal significato storico e dal cambiamento nel corso della storia.
La prima fotografia di strada è stata fatta personalmente da Louis Daguerre, l’inventore del dagherrotipo, e rappresenta la vista dalla sua finestra verso un famoso viale parigino. A causa della lunga esposizione e del movimento rapido delle persone, la strada sembra quasi vuota, però si possono individuare due persone che sono state le uniche ad essere immobili per quel lungo periodo - un lustrascarpe e il suo cliente. Quindi probabilmente questo dagherrotipo è stato il primo vero esempio di fotografia di strada.
A causa delle limitazioni tecniche del dispositivo stesso, all’inizio non era possibile fare fotografie con le stesse modalità che conosciamo oggi. La lunga durata causava la necessità di un soggetto statico, le persone che volevano essere fotografate dovevano stare immobili davanti alla macchina fotografica e una delle condizioni della fotografia di strada era quella di cogliere i momenti autentici, quotidiani (o straordinari) che vengono sempre colti in un attimo. Con lo sviluppo tecnico delle macchine fotografiche, la durata dell’esposizione viene abbreviata e la velocità dell'otturatore raggiunge una frazione di secondo (con l’adeguata compensazione del sensore o della sensibilità della miscela). Questo coincide con il bisogno di cogliere la transitorietà e la quotidianità, soprattutto nel periodo postbellico, dove la vita moderna porta la società ad un rapido passaggio attraverso drastici cambiamenti, dove anche gli stili di vita e le aree urbane istantaneamente cambiano di anno in anno.
Uno dei pionieri della fotografia di strada, Henri Cartier-Bresson, ha pubblicato un libro intitolato "Il momento decisivo" (ingl. The Decisive Moment) in cui parla di una foto che viene fatta al momento giusto, in una frazione di secondo che cattura una scena insolita. Tuttavia, ciò non significa che lui non abbia fatto più immagini di quella scena, prima e dopo quella cruciale, ma questo testimonia solo il gioco della felicità e della persistenza.
Cartier-Bresson è conosciuto come un grande umanista e le sue fotografie ispirano quell'energia. Spesso faceva delle fotografie di strada spontanee, quotidiane e autentiche, e questo può essere considerato come un genere della fotografia di strada basato sulla cattura di un momento autentico. Non ci sono le pose, non c'è l’interferenza da parte del fotografo che dà una guida (anche se c'è la possibilità che la sua presenza porti disagio alla scena). Lui non era così invadente. Tuttavia, dal punto di vista storico, la fotocamera era ancora vista come una novità, e la curiosità umana era sempre più forte della necessità di proteggere la privacy personale.
D'altra parte, ci sono fotografi come Bruce Gilden, una leggenda della fotografia di strada di New York, che ha reso popolare l’accesso prepotente, diretto, alle persone (la fotogradia ravvicinata). Continuando a cercare quel momento autentico di ritratti di strada, ha aggiunto alcuni elementi interessanti, come l'uso continuo del flash, l'uso di un obiettivo da 28mm che letteralmente richiedeva un'intrusione sui volti delle persone e, soprattutto, l'inquadratura caotica che trascinava pure la percezione della strada e della città come luoghi di eterno rumore e movimento. Osava anche fotografare regolarmente delle persone ai margini della società: prostitute, senzatetto e mafiosi, il che, con questo tipo di approccio, richiede molto coraggio. Il suo approccio pone sicuramente la principale domanda etica della fotografia di strada - se c'è un limite, quando si tratta della privacy delle persone per strada, dove si trova? come lo si imposta e come lo si supera?
Le strade, tuttavia, sono uno spazio pubblico, e si può dire che ogni questione della privacy viene scartata non appena una persona decide di uscire di casa. Senza il permesso della persona fotografata è impossibile vendere la foto sulla quale quella persona si trova. La maggior parte dei siti per la “Stock photography” e per i modelli che sono disposti a posare volontariamente sono alla ricerca dei “modelli release” che con la relativa firma garantiscono e approvano la "vendita" e la divulgazione delle proprie immagini per scopi commerciali. Ma se il fotografo non prevede di utilizzare una foto al fine di venderla, tecnicamente ha il "diritto", cioè la libertà, di lavorare nello spazio pubblico secondo le sue convinzioni. Tuttavia, in alcuni paesi europei come Ungheria, Austria e Germania, esistono leggi che vietano tecnicamente la fotografia di strada senza il permesso delle persone. Tuttavia, queste leggi sono molto flessibili e si riferiscono principalmente alla possibilità per una persona fotografata di portare il caso in tribunale, dove il caso eventualmente potrebbe essere rifiutato se l'atto di fotografare e / o la fotografia stessa non abbia causato danni.
Nel caso in cui la fotografia venisse usata per scopi commerciali, la legge sarebbe a favore della parte lesa, quindi se la legge consentisse già una certa libertà artistica, allora l’aspetto morale potrebbe essere riesaminato solo a livello della persona che fa la foto e della persona fotografata. Bruce Gilden sottolinea che il fine giustifica i mezzi; però anche se all'osservatore sembra che a Gilden manchi l’empatia, e che abusi dei suoi soggetti per motivi di fotografia, tuttavia lui parla di loro come se fossero dei suoi amici, dei caratteri, come li chiama lui, che lo attraggono con la loro personalità. La fotografia di strada, nella sua forma grezza, deve rappresentare la cattura del passaggio di un dato momento, della situazione, persona, strada o qualcos'altro. Anche se tende all’armonia, alla simmetria e a suscitare emozione, la fotografia di strada glorifica soprattutto il momento più di ogni altro genere di fotografia.
In fin dei conti, i principi etici sono una questione personale. Dobbiamo prendere in considerazione che la fotografia seguirà sempre quei principi che il fotografo possiede intrinsecamente, altrimenti entrerà in conflitto con la sua stessa natura, il che influirà negativamente sul risultato finale. Il problema nasce dal fatto che anche se un fotografo ha buone intenzioni, capisce che il suo lavoro può essere visto come un atto intrusivo e negativo. Per questo motivo, c’è una barriera tra fotografo e fotografato, soprattutto nella cultura d’oggi, che percepisce la fotografia come estremamente voyeuristica. E stabilisce restrizioni sempre più grandi che presumibilmente garantiscono la privacy, mentre di fatto creano soltanto sospetto da parte dei passanti davanti alla fotocamera di persone che vogliono catturare la transitorietà del momento.
Se quelle leggi implementate in alcuni paesi europei prendessero davvero vita, ciò significherebbe che molti stili e tendenze transitorie rimarranno inascoltate. Abbiamo ancora dei social network dove le persone mostrano la loro vita quotidiana, però quanto possiamo contare sulla ricerca del passato e sugli stili umani se siamo abituati all’uso frequente di snapchat e filtri di instagram che distorcono la vera immagine? Il lavoro dei fotografi di strada consiste nella documentazione che cataloga la vita quotidiana che già il giorno dopo diventa storia, ma anche la cattura di un autentico, onesto momento che con una certa emozione porta il marchio di questa vita quotidiana. Per questo motivo, spesso i puristi considerano come vera e propria “fotografia di strada” solo quella priva di posa, mentre le altre fotografie devono essere collocate in altri generi.
La questione etica in questo contesto sembra superflua, perché allora l'obiettivo stesso è molto più nobile, ma se il fotografo non ha un punto di partenza che inizia da questa idea, è necessario riesaminare il suo lavoro a seconda dell'approccio. Alla fine, ci sono tanti stili derivati dalla fotografia di strada quanti sono gli stili dominanti; e loro, come la moda e le tendenze, cambiano a seconda della corrente dominante dell'idea. Ma se, per caso, un divieto assoluto sulla fotografia di strada si verifica per una falsa protezione della privacy, l'umanità è ancora quella che molto probabilmente sarà danneggiata, perché è proprio l'arte quella che meglio riflette i propri periodi di declino e di sviluppo.
Tradotto da Ana Nedić