Numero 6 - Dicembre 2024

100 anni di Marcello Mastroianni

Intervista al professor Fabio Melelli, storico del cinema e docente dell’Accademia di Belle Arti di Perugia.

Professor Melelli, è un onore poter parlare con Lei del grande Marcello Mastroianni, particolarmente in occasione dell'attuale anniversario. Mi dica qual è la caratteristica principale che distingue Mastroianni dagli altri attori italiani, quella a cui deve la sua fama mondiale?

Marcello Mastroianni aveva uno straordinario dono, quello di fare apparire naturale l'atto del recitare, niente in lui sembra finto o forzato, costruito o artefatto. Ciò gli derivava dalla formidabile scuola dell'Accademia di Arte Drammatica di Roma, dove aveva avuto quale maestro Orazio Costa, un vero e proprio "educatore", un maieuta che sapeva tirare fuori l'anima dell'attore, insegnante tra gli altri anche di Gian Maria Volonté. A teatro Luchino Visconti ne aveva scolpito la duttilità e la versatilità sottraendolo a quell'ambiente romanesco e provinciale dove pure era cresciuto artisticamente, interpretando i film della proto-commedia all'italiana, disegnandolo quale attore moderno e cosmopolita, capace di restituire con sobria economia di mezzi espressivi profondità psicologiche ed esistenziali. Inoltre possedeva un fascino sornione, maliziosamente ingenuo e sottilmente ammiccante, disarmante nella sua scoperta tenerezza, che lo rendeva fonte di irresistibile attrazione sessuale, tanto da essere diventato il Latin lover per antonomasia, il nuovo Valentino, nonostante che al cinema interpretasse perlopiù personaggi che confliggevano con questo stereotipo: basti pensare all'impotente de Il bell'Antonio o all'omosessuale di Una giornata particolare.

Lui però non era contento dell'étiquette del Latin lover, giusto? Aveva una percezione di sé diversa?

Sì, è vero, e l’ho scritto facendo riferimento ai due film.

Professore, Mastroianni appare in circa 150 film, tra i quali sicuramente più noto La dolce vita. Uno dei motivi sarà il suo rapporto abbastanza particolare con Federico Fellini? Potrebbe approfondire un po' sulla natura di quel rapporto?

Come noto, Federico Fellini considerava Marcello Mastroianni un suo alter ego, ovvero la sua diretta incarnazione sul grande schermo, questo risulta ovviamente evidente soprattutto nel film 8 e 1/2, dove Mastroianni interpreta un regista in fase creativa, reduce da un enorme successo (chiaro il riferimento a La dolce vita) ed è truccato e vestito esattamente corrispondendo all'immagine pubblica di Fellini. Sì può affermare che con Fellini Mastroianni esca definitivamente da quel cinema di commedia dove era perlopiù stato collocato per tutti gli anni cinquanta ed entri in un cinema maggiormente moderno, dai risvolti esistenziali più spiccati.

Recentemente mi è venuta in mente una cosa che trovo abbastanza insolita: non mi ricordo di aver mai letto o sentito qualcuno criticare Mastroianni. Lui, in realtà, veniva mai criticato?

Mastroianni in genere ha sempre avuto un’ottima stampa, anche perché era una persona che sapeva farsi benvolere, antidivo negli atteggiamenti e mai arrogante, sempre disponibile e gentile. Aveva un’umiltà genuina e sincera. Difficilmente sbagliava film e le sue interpretazioni erano sempre di qualità.

Ha detto che sbagliava raramente, ma perfino lui si sarà trovato qualche volta davanti a una sfida. A suo avviso, quale ruolo è stato più difficile da interpretare per Mastroianni? E quali sono stati i ruoli più importanti della sua carriera?

In una carriera come quella di Mastroianni i ruoli importanti sono davvero tantissimi ed è difficile circoscrivere questo argomento a pochi titoli, ma dovendolo fare direi: I soliti ignoti (non tanto perché è importante il suo ruolo, ma perché è importante il film), La dolce vita, La notte, Il bell’Antonio, Divorzio all’italiana, 8 e 1/2, Cronaca familiare, Una giornata particolare, Ginger e Fred. Poi se parliamo in termini di successo commerciale e popolarità è chiaro che i film interpretati al fianco di Sophia Loren e diretti da De Sica sono importanti, ma non mi sembra che in questi film Mastroianni offra il meglio di sé – essendo in qualche modo solo partner della vera protagonista, ovvero la Loren – ma certo sono essenziali per la sua costruzione divistica. Forse il ruolo più difficile per lui è stato proprio quello de Il bell’Antonio, dove interpreta un uomo impotente sposato con una bellissima donna, interpretata da Claudia Cardinale, in una Sicilia dominata da un insensato ed estremo maschilismo e un grottesco culto della virilità, un personaggio di enorme fragilità e certo “scomodo” nell’Italia bigotta e retrograda dell’anno di realizzazione, il 1960.

Detto ciò, mi ha spinto a pensare come sarebbe stato il cinema italiano senza di lui, ma non solo. Direi che il cinema abbia avuto un impatto particolarmente significativo sulla vita quotidiana della gente nel Novecento, pertanto devo chiederLe: cosa ha fatto Mastroianni per un italiano medio che ha vissuto in quell'epoca?

Mastroianni a differenza di Alberto Sordi non ha rappresentato l’Italiano medio nei suoi tanti difetti e poche virtù, come descritto nella commedia all’italiana, ma ha rappresentato piuttosto una figura complessa e sfaccettata, vibrante di emotività, di calda e intensa umanità, umanità sempre in bilico tra una sofferta malinconia e una trattenuta felicità; un modello di divo a portata di mano, vicino a tutti gli spettatori, ovvero che sapeva entrare in confidente intimità con chiunque lo contemplasse nel buio di una sala. Insieme a Volontè è l’unico grandissimo attore del cinema italiano che è diventato un divo assoluto senza rimanere legato prevalentemente ai moduli della commedia. Senza di lui il cinema italiano non avrebbe avuto un interprete duttile che sapeva cambiare nel rispetto di una identità sempre riconoscibile.

Professor Melelli, ormai è chiaro quanto siamo fortunati di poter accedere a un intero universo creato da Marcello Mastroianni, costituito di numerosissimi film, dei quali ognuno fa un microcosmo per sé. La ringrazio di averci svelato il nucleo di quell'universo! Per chiudere in bellezza, vorrebbe condividere qualche aneddoto sul nostro protagonista?

Ci sono tanti aneddoti su Mastroianni. Uno riguarda la famosa scena della Fontana di Trevi ne La dolce vita. La scena fu girata con un clima tutt’altro che mite, tanto che per riscaldarsi Mastroianni ricorse a diversi bicchieri di vodka. Quando finalmente entrò in acqua, racconta Fellini, era completamente ubriaco. Inizialmente il protagonista de La dolce vita doveva essere Paul Newman, ma poi venne chiamato Mastroianni perché Fellini voleva: “una faccia qualunque”. Per Divorzio all’italiana il protagonista doveva essere Alberto Sordi, che rifiutò; fu il produttore Franco Cristaldi a suggerire Mastroianni, che caratterizzò il suo personaggio utilizzando un tic con la bocca dello stesso regista Germi. Con Sophia Loren ha costituito una coppia indissolubile, tanto che quando lavorava con un’altra attrice la madre gli domandava: “Che è successo Marcè? Avete litigato?”. Non amava essere definito un Latin lover, al punto che soleva ripetere: “Ci sono geometri che hanno avuto più storie di me”.

© 2025 Stagiornale. Tutti i diritti riservati.