Numero 2 - Dicembre 2018

Delle streghe

A partire dalla seconda metà del XIX secolo, il tema delle streghe e le descrizioni dei loro raduni notturni sono stati oggetto dell’interesse non solo di folcloristi, ma anche di antropologi e storiografi. Secondo Ginzburg, alla base di questo interesse ci sarebbero il femminismo, la riscoperta di culture annientate dal capitalismo e, in generale, la tendenza sempre più diffusa ad interrogare quei gruppi marginali o non privilegiati, come i contadini o le donne. Ginzburg afferma che l’idea della stregoneria diabolica, con tutti i suoi rituali, si sia affermata dalla metà del tredicesimo secolo alla metà del quindicesimo grazie all’opera di inquisitori e teologi per poi diffondersi in tutta l’Europa attraverso scritti, racconti e rappresentazioni artistiche.
Si tratta di un lento e progressivo modificarsi, sotto la pressione inconsapevole degli inquisitori, di antiche credenze popolari che si sono in seguito cristallizzate nel modello preesistente del sabba diabolico. In base a quest’affermazione possiamo concludere che i racconti sulle streghe siano collegati esclusivamente ai territori che durante il periodo dell’inquisizione erano nella sfera di influenza della Chiesta cattolica. Tuttavia, notiamo che in nessun territorio europeo c’è una tale abbondanza di nomi per le streghe come in Serbia: vešterka, ordulja, morna, brina, brkača, dlakulja, konjobarka, srkača, potkovanica, metlokrilka, kamenica, krstača, rogulja. Inoltre, i territori serbi sono stati interessati anche dal fenomeno della caccia alle streghe, che è stato di natura spontanea e popolare, mentre le istituzioni e la chiesa presero le difese delle donne accusate di stregoneria. E’ chiaro dunque che il solo influsso della chiesa cattolica non sia sufficiente a spiegare l’esistenza dei racconti sulle streghe nei diversi territori europei.

Leggi tutto

facebook_page_plugin