Numero 2 - Dicembre 2018

L'italiano in Serbia: Pippo Altomare

La colonia dell'arte "La penitente", fondata dagli entusiasti Tomislav Milošković - Proja, Vitomir Stefanović - Vita e Velimir Mihajlović di un piccolo paese sul fiume Velika Morava oggi festeggia il suo cinquantesimo anniversario. Miroslav Jovanović, pittore della Velika Plana e curatore della galleria dell'Istituto di cultura "Masuka", dice che qui si trova un'oasi per artisti, sia per l'ambiente dove creano, sia per la possibilità di conoscere la cultura quasi trascurata di questa città. Molti artisti dalla regione e dall'Europa ci hanno lasciato la loro traccia regalando le loro opere e portando via le impressioni e le esperienze. Quest'anno La colonia ha avuto l'onore di ospitare dalla Sicilia, artista visivo e docente dell'Accademia delle Belle Arti di Catania, Pippo Altomare.

Signor Altomare, ha partecipato a molte Colonie d’arte nella sua carriera, quali sono le sue impressioni dopo “la Penitente 2018”?

Ho iniziato nel 1990 con una Colonia d’arte a Praga. Negli anni successivi ho preso parte a numerose altre colonie, soprattutto in Slovenia, Croazia, Ungheria, ecc.
Le impressioni? Positive senz’altro, sia per la meravigliosa location dove ho avuto modo di lavorare, sia per la cordialità con cui sono stato accolto e anche ovviamente per l’enorme ospitalità ricevuta. Per tutto questo ringrazio Miroslav Jovanović che, selezionandomi, mi ha dato l’opportunità di partecipare a questo importante evento artistico.

Come si fa parte di una tale Colonia e quale significato ha la Colonia per gli artisti?
Facebook, secondo me, utilizzato in modo serio, offre opportunità di condivisione e crea un canale di informazioni per l’arte contemporanea, i contatti possono diventare opportunità di incontro e di partecipazione. La Colonia è un luogo in cui, nella vita reale, artisti, uomini di cultura, curatori d’arte, galleristi e semplici ammiratori convivono per un breve periodo, sperimentando insieme il complesso mondo dell’arte visiva.

Ha avuto l’opportunità di incontrare i giovani artisti dalla Serbia e ha forse qualche consiglio da condividere con le future generazioni?
Ho incontrato giovani artisti che conoscono perfettamente il cosiddetto “sistema dell’arte”, tant’è vero che il loro curriculum espositivo comprende mostre nelle gallerie private in Serbia e in altri Paesi. Oggi, sono loro che insegnano qualcosa ai meno giovani. Io ne ho incontrati molti davvero bravi e con una chiara visione dell’arte contemporanea globalizzata e con varie esperienze di Residenze Artistiche in Europa, Asia e USA.

Cosa pensa della Serbia in generale e della sua vita artistica?
Conosco diversi artisti serbi che stimo moltissimo dal punto di vista professionale e grazie a loro ho avuto l’opportunità di risiedere in questo magnifico Paese per 6 settimane. La Serbia è una grande meta culturale ed io vi sono giunto con molto interesse, curiosità e ho sviluppato un buon feeling con artisti che non conoscevo e ho avuto modo di visitare, in diverse città, interessanti musei, gallerie d’arte e luoghi di culto.

Lei fa anche il professore, può mettere nel confronto la carriera professionale con il lavoro accademico?
Le due cose non sono separate, visto che in Italia, molti docenti fanno attività artistica, espositiva, curano mostre, scrivono su riviste specializzate d’arte, scrivono libri. Insomma sono tutte esperienze professionali che rientrano poi nella vita didattica. Sono due facce della stessa medaglia o di quel grande mondo che è la creatività artistica.

Siccome lei insegna Decorazione all’Accademia di Belle Arti ci può avvicinare il termine delle arti decorative?
La Decorazione, che insegno all’Accademia, porta con sé come bagaglio tutte quelle esperienze artistiche tradizionali che vanno dalla pittura murale, al mosaico, alla vetrata, ecc. E’ una pratica complessa alla quale spesso collaborano varie maestranze: artigiani, architetti, ecc.
Oggi, dato che l’offerta tecnologica si è ampliata, si può fare decorazione anche con macchine da presa, macchine fotografiche, computer, ecc.
La decorazione coinvolge tutti i campi del quotidiano che vanno dalla moda al design di oggetti con una funzione d’uso fino ad arrivare agli ambienti (interni-esterni) di strutture d’interesse pubblico o abitazioni private.
Decorare vuol dire abbellire e per questo l’uomo fin dalle sue origini ha cercato di migliorare dal punto di vista estetico oggetti aventi una funzione d’uso ed anche ambienti pubblici, privati, luoghi di culto, palazzi nobiliari, ecc.
Le pitture murali all’interno delle piramidi egiziane; vasi, anfore e decorazioni parietali nella Grecia antica; le pitture parietali all’interno delle tombe etrusche; le pitture pompeiane o i mosaici romani e bizantini; le vetrate gotiche, gli affreschi nei luoghi di culto o nei palazzi signorili sono solamente alcuni esempi di decorazione.
Oggi assistiamo ad una evoluzione della decorazione assumendone altri aspetti a cominciare dalla committenza e coinvolgendo ambienti periferici o degradati. Come la Street Art. Ma anche la Body Art e i tatuaggi sul corpo definiti: estremismi estetici, appartengono a quella grande famiglia che è la decorazione.
Concludendo, nelle Accademie si studia e si sperimenta ogni forma, ogni sfumatura e ogni espressione che appartiene all’arte visiva, senza abbandonare l’interesse per tutti quegli aspetti artistici relativi alla tradizione nell’ottica, tuttavia, delle poetiche artistiche contemporanee.

Ha conosciuto alcuni artisti del nostro Paese, può paragonare la pittura in Serbia con quella d’Italia?
In Serbia ho incontrato parecchi artisti che, per la scelta iconografica e tecnica considero di carattere internazionale, cioè le loro opere possono senza dubbio far parte delle collezioni nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. Mentre ve ne sono altri che appartengono più ad una tradizione folk o regionale con un tipo di pittura modesta legata al mondo tardo ottocentesco.

Grazie sig. Altomare, alla fine, se dovesse comprendere tutta la sua carriera del professionista e del professore in una sola parola, cosa ne direbbe?
Un sentimento “nomade” in una consapevolezza del significato storico di artista contemporaneo.

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