La poema incostante XI
Passo le notti a correggere i manoscritti,
no, passo le notti a pensare di correggere i manoscritti,
e conto
un giorno di domare dalla pila
delle cronache e dei sospiri
un filo dignitoso.
Intorno a me la gioventù infinita,
colli e capelli morbidi,
le speranze sparse, la vita finemente morsa,
i panini al sacco, lo sguardo ampio,
la moda incasellata delle riviste economiche.
Vacanze, vacanze, le file delle colonne,
ipermercati e i prati tagliati,
l’agosto nella valigia,
il romanzo rosa in carta velina,
e il pensiero spaventato a metà
che passano le file iraggiungibili
di sguardi intensi,
di sandali leggeri,
di camicie sbottonate, di pranzi,
di rassegne dei film,
E nello spasmo di una canzone la buona parte.
Tradotto da Jovana Tutić