Numero 1 - Dicembre 2017

Erasmus a Roma

Molti raccontavano la bellezza imperitura, plurisecolare di Roma, cercando di riavvicinare la sua energia, lo spirtio e il suo calore. Dico calore, in quanto credo che il sole romano davvero splenda diversamente. Così pensava anche Crnjanski, quasi un secolo fa, quando attraversava le stesse strade e le piazze, che ammiravo anch'io quasi ogni giorno. Una sua impressione di Roma mi ha fatto riflettere tanto, ancor prima di questo mio viaggio avventuroso che è diventato uno delle esperienze più belle della mia vita. Egli scrisse: ''I raggi del sole cadono obliquamente, ma soavemente, come il chiaro di luna, che si ingialla ed è calorosa; e quei raggi penetrano nel petto come alcune frecce piacevoli.

È l'unico sole che splende ugualmente per il ricco e per il povero, per il giovane, per il malato, per il vecchio. Il sole e Roma si fondono nella memoria, in uno. Da nessun'altra parte dell'Europa il Sole splende così.'' Solo al mio ritorno, sul volo per Belgrado, me ne sono accorta di quanto aveva ragione e quanto mi sarebbe mancato quel sole. Una volta arrivati a Roma, sarete confusi. Vi confonderà il caos, la folla, il rumore, e penserete: ''Metropoli, proprio come ogni altra.'' Però, le basterà poco tempo per intrigarvi con il suo fascino, a spingervi di cercare costantemente degli angoli nuovi e non stancherete mai di esplorare. Oltre a tutti i monumenti famosissimi di Roma, i quali resistono al passare del tempo, evocando la storia gloriosa della Città eterna, io invece cercavo dei posti miei e delle impressioni personali. Infine mi sono resa conto che Roma è un grande intrigo che non lascia nessuno indifferente. Le mie passeggiate per le strade, i sanpietrini ed i parchi romani erano sempre lunghe ed ispiranti. Questi sei mesi, quanto è durato il mio percorso Erasmus, mi hanno permesso di adocchiare, oltre al Vaticano, Colosseo, Fontana di Trevi, Piazza Navona, Piazza Venezia ed altri, anche delle bellezze nascoste. Ammiravo gli alberi, specialmente un tipo di pino detto anche ''pino domestico'', che cresce in tutta la città e che rimarrà per sempre uno dei miei simboli personali di Roma. Gli artisti e musicisti di strada, i ristoranti strapieni e il fracasso dei turisti, mi facevano sentire come se facessi parte di un film. Le viste panoramiche su Roma deffinitivamente attiravano la mia attenzione, e perciò ritornavo sempre alla terrazza del Pincio, dalla quale si estende la vista sulla Piazza del Popolo, attraverso la via del Corso, fino alla Piazza Venezia, ed al Vittoriano, con la vista sul cuore della Roma antica. Il Giardino degli Aranci, dove, secondo la legenda, fu piantato il primo albero di questa frutta in Italia, era la mia oasi di pace. Lì, allo stesso posto dove Fellini girò i fotogrammi per ''Le Notti di Cabiria'', e Sorrentino per la sua ''Grande Bellezza'', trascorrevo le ore aspettando il tramonto su una panchina di pietra sotto la chioma di arancio. Lo stesso giardino nasconde un segreto, una vista magica sulla città. Si tratta del buco della serratura del grande Cancello verde del Priorato dei cavalieri di Malta, dal quale si estende una vista rettilinea sulla Cupola del Vaticano. Il mio percorso Erasmus, anche dal punto di vista accademico, era un'esperienza nuova ed assai interessante. L'università che frequentavo, La Sapienza, è una delle più eminenti dell'Italia. Questo percorso mi ha dato l'opportunità di frequentare le lezioni nelle stesse aule, nelle quali all'epoca i famosi Giuseppe Ungaretti ed Aldo Moro le tenevano. È stato un grande onore e privilegio aver avuto l'appoggio dei professori di quest'Università, i quali, innanzitutto, mi hanno aiutato ad acquisire le nuove conosenze, hanno seguito il mio studio, mettendosi a disposizione per qualsiasi domanda o dubbio, ed infine hanno riconosciuto il mio sforzo e l'hanno valutato. Gli studenti di quest' Università sono abituati a frequentare numerosi eventi artistico-culturali che si organizzano nella città universitaria, e quindi hanno la possibilità di ampliare le loro conoscenze accademiche e di sviluppare dei nuovi hobby. Infatti, durante il mio soggiorno, avevo l'opportunità di frequentare le lezioni su Chopin, dopo le quali i giovani pianisti polacchi eseguivano le sue opere. Ho visitato numerose mostre nelle gallerie e nei musei dell'Università, ed anche i concerti di gruppi musicali di musica classica, jazz ed etno, composti dagli studenti della Sapienza. ''Guarda in faccia il mondo e non avere paura di niente,'' direbbe Jovanotti. Davvero, un'esperienza del genere arricchisce, rafforza, cambia il punto di vista – semplicemente, cambia noi stessi. Perciò, non pensate due volte e fate un passo in un mondo sconosciuto, viaggiate!

© 2021 Stagiornale. Tutti i diritti riservati.

facebook_page_plugin